Un po' di storia 


La Polizia Penitenziaria italiana ha origini che risalgono al 1817 quando il Regio Decreto di Sardegna istituì il "Corpo delle Guardie Regie". All'origine, queste forze erano responsabili della sorveglianza delle carceri e del mantenimento dell'ordine all'interno degli istituti penitenziari.

Negli anni, il corpo subì varie trasformazioni, soprattutto durante l'unità d'Italia e il periodo fascista. Nel 1910, il Corpo degli Agenti di Custodia divenne l'organizzazione principale per la sorveglianza penitenziaria sotto il Regio Decreto 153/1910.

Nel 1945, dopo la seconda guerra mondiale, il personale penitenziario fu riorganizzato per affrontare le nuove sfide del dopoguerra. Nel 1990, con la Legge 395, nasce la moderna Polizia Penitenziaria, staccandosi dalle vecchie strutture per diventare un corpo di polizia autonomo e con compiti ben definiti.

La Polizia Penitenziaria oggi è responsabile della sicurezza e dell'ordine all'interno delle carceri, del trasporto dei detenuti, della prevenzione dei reati all'interno degli istituti penitenziari, e della riabilitazione dei detenuti. Collabora anche con altre forze di polizia per il mantenimento della sicurezza pubblica.

L'evoluzione costante della giurisprudenza e delle normative ha influenzato il modo in cui la Polizia Penitenziaria opera, adattandosi alle esigenze di un sistema penitenziario moderno e orientato alla riabilitazione del detenuto.

Casa Circondariale San Vittore 

La costruzione del carcere venne decisa dopo l'Unità d'Italia insieme ad altri provvedimenti di miglioramento delle infrastrutture milanesi, durante il periodo tra l'unificazione e il piano regolatore del 1889. Per erigere la nuova struttura il governo acquista dei lotti in zona periferica e poco edificata (l'attuale area tra corso Magenta e porta Ticinese) e incaricò l'ingegner Francesco Lucca, che si rifece al modello settecentesco del panopticon, disegnando un edificio a sei braccia di tre piani l'una.

Tra i raggi vennero costruite le cosiddette "rose" di passeggio, divise in venti settori destinati ciascuno a un singolo detenuto, per impedire la comunicazione tra i reclusi. Su piazza Filangieri fu costruito un edificio in stile medievale in cui furono collocati gli uffici e l'abitazione del direttore. Originariamente, era in stile medievale anche il muro di cinta, ma oggi è stato quasi completamente ricostruito per motivi di sicurezza.

Il corpo di guardia alle spalle degli uffici costituisce un'ulteriore barriera tra l'interno e l'esterno. Durante il periodo bellico (1943 -1945) il carcere di San Vittore fu soggetto in parte alla giurisdizione delle S.S. tedesche che controllavano e gestivano uno dei suoi "bracci". Del complesso della casa circondariale fa parte anche l'Istituto a custodia attenuata per madri con bambini al seguito (ICAM), situato all'esterno, in Via Macedonio Meloni 53.

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